L’approccio etologico (etologia: Disciplina biologica, fondata da Konrad Lorenz -1903-1989-, che studia le abitudini e i costumi degli animali, e l’adattamento delle piante all’ambiente) ci fornisce un importante spunto di riflessione, da non dimenticare mai, per intuire quanto naturalmente e spontaneamente, il cane, tenda ad adattarsi all’ambiente, il luogo fisico, nel quale è inserito.

Esso rappresenta il suo mondo e li inizierà e continuerá a modificarsi per “far funzionare” la propria vita e realizzarsi.

Proprio il concetto di auto-realizzazione influenzerá i suoi comportamenti. Questi saranno di tipo adattativo fin quando consentito dalla possibilità reperire quanto necessario per appagare i propri bisogni primari.

Quindi, se, ad esempio, inseriamo un cucciolo in un giardino abbastanza grande e mettiamo a sua disposizione acqua da bere, cibo ad orari prestabiliti, una cuccia e condividiamo con lui del tempo per portarlo a passeggio, avremo appagato buona parte delle sue necessità basilari.

Ipotizziamo adesso di avere nel giardino delle piante, fiori ad esempio, che curiamo con regolarità.

Potremo subito notare che questa nostra azione suscita curiosità nel cane, che , dopo averci osservato ,magari per giorni, emulerà le nostre azioni e tenterà di copiare ciò che abbiamo fatto… Le conseguenze per le nostre piante potrebbero essere molto dannose.

In questo caso avremo attivato, inconsapevolmente ,una serie di pulsioni che, forse non avevamo previsto.

Nello specifico il cane ha istintivamente la tendenza a emulare e condividere con chi stima, cose ed azioni.

Il risultato(piante distrutte) sarà il frutto di una sua incapacità oggettiva , ovvero, si avvicina alle piante e, per l’ovvia assenza di mani, interagisce con zampe e bocca.

Qualora intendessimo redarguirlo e sottrargli le piante o ciò che ne resta, ci scontreremmo con altre pulsioni, che peggiorerebbero la situazione.

Egli possiede, infatti, nel suo corredo capacità, elementi avversi alla nostra tentata soluzione di imporci:

  • Combattività
  • Spirito di competizione
  • Possessivitá

La prima fará si che, per non esser riuscito bene nel suo intento, la volta successiva tenda a metterci maggior impegno

La seconda attiverà comportamenti scaltri, agiti dal cane per evitare di essere bloccato (comunemente questo atteggiamento viene definito “dispetto“,erroneamente, in quanto non vi è una reale volontá di boicottare il proprietario.

La terza pulsione azionerà, qualora si siano tolte vistosamente e velocemente le malcapitate piante dalle “grinfie” del cane, un meccanismo di protezione di quanto ottenuto e, di conseguenza, da qui in avanti, il cane potrebbe tentare di spostarle o nasconderle, o, peggio, ingoiarle.

Tutto ciò fa risaltare all’occhio la necessitá, prima di conoscere, poi di appagare preventivamente e regolarmente le pulsioni del cane, attraverso azioni specifiche e mirate accompagnate da stati emotivi adeguati.

Parimente è indispensabile una socializzazione adeguata con gli elementi introdotti nell'”ambiente del cane”, quali: piante, vasi, bottiglie e contenitori vari, oggetti elettronici, cavi ,oggetti piccoli in metallo o appuntiti… .